1. La reale diffusione dell’HPV

Calcolare la reale diffusione dell’infezione risulta molto difficile in quanto si tratta di un’infezione transiente che molto spesso non lascia alcun segno di sé e non sempre si crea un’immunità persistente.

L’infezione da HPV oncogeno è infatti un fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma al collo dell’utero e di altri carcinomi, ma non rappresenta di per sé una malattia.

L’infezione da HPV è una delle infezioni sessualmente trasmissibili tra le più comuni in tutto il mondo. La maggior parte delle donne sessualmente attive nel mondo è venuta a contatto almeno una volta nella vita da uno o più ceppi di HPV e non è possibile sapere chi e quando l’ha trasmessa. Ad ogni modo, non importa chi la trasmette: l’importante è la risposta dell’ospite nei confronti del virus.

1. Trasmissione dell’HPV

L’infezione genitale da HPV, nella grande maggioranza dei casi, viene trasmessa attraverso un contatto sessuale pelle a pelle o mucosa con mucosa. Esiste anche la possibilità, seppur molto rara, che l’infezione possa essere trasmessa tramite fomiti (asciugamani, indumenti intimi, ecc.) o che si abbia una trasmissione materno fetale.

Non è necessario che il rapporto sessuale sia penetrativo e alle volte l’infezione al collo dell’utero può dipendere dal trasferimento di un’infezione da HPV originariamente presente all’introito.

Vista la comune via di trasmissione, ceppi diversi di HPV tendono ad essere trasmessi insieme portando ad un’alta proporzione di infezioni multiple concomitanti, sia in donne sia in uomini.

Il profilattico non protegge completamente dall’infezione da HPV, non comprendendo completamente tutta la regione genitale maschile, ma alcuni studi hanno dimostrato che il suo utilizzo consistente riduce il rischio di infezione vulvovaginale e cervicale nella donna.

2. Le manifestazioni dell’HPV

L’infezione da HPV viene spesso rappresentata come un iceberg: ciò che si rende visibile è solo la punta, mentre la maggior parte delle infezioni rimane nascosta ed è molto più rilevante in termini di incidenza (non certo di importanza clinica).

  • 1% Condilomi rilevabili clinicamente.
  • 4% Infezione subclinica rilevabile con colposcopia/colpocitologia.
  • 10% infezione subclinica rilevabile solo con la ricerca di HPV-DNA.
  • 60% Infezione pregressa rilevabile con la ricerca di anticorpi.

Per questo si può affermare che l’infezione da HPV è frequentissima mentre le sue manifestazioni più comuni, i condilomi, sono a confronto un evento raro e ancor più rare sono le lesioni pretumorali del collo dell’utero. Il tumore della cervice, in questi termini, diventa un evento assolutamente eccezionale.

Su 100.000 donne, 1.000 hanno una infezione virale persistente, 100 hanno CIN3, 7 sviluppano il tumore.

L’infezione da HPV ad alto rischio è molto comune e nella maggioranza degli individui si risolve spontaneamente o viene soppressa dall’immunità cellulo-mediata entro 1 o 2 anni dall’esposizione.

Non è ancora chiaro se l’infezione si risolva con una completa eliminazione del virus o mantenendolo in forma latente nelle cellule basali dell’epitelio, dove il virus si replica a bassi livelli senza che ci sia una completa espressione virale.

3. La progressione del virus

Circa il 15% delle donne infettate non riesce ad eliminare efficacemente il virus e la persistenza di HPV ad alto rischio è il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo di carcinomi ano-genitali

Nel tempo aumenta il rischio di progressione verso una lesione pretumorale, mentre la probabilità di clearance dell’infezione oramai persistente si riduce.

4. Persistenza dell’HPV e rischi a confront

Il rischio di tumore cervicale in presenza di positività al papillomavirus risulta essere molto superiore al rischio oncologico determinato dal fumo, per quanto riguarda il tumore polmonare o dalla terapia ormonale sostitutiva per il tumore alla mammella (che tanto ha fatto discutere in seguito all’uscita dei dati degli studi Women’s Health Initiative e Million Women Study).

Il rischio relativo di tumore al collo dell’utero in caso di positività all’HPV16 risulta pari a 434, se confrontato con il rischio delle donne negative all’HPV.

  • Il rischio di tumore cervicale in chi è positivo all’HPV16 è 434 volte superiore rispetto a chi è negativo.
  • Il rischio di tumore al polmone in un maschio bianco fumatore rispetto ad un non fumatore è solo 8 volte superiore.
  • Il rischio di tumore della mammella nelle donne in terapia sostitutiva emerso dal noto studio WHI, è solo 1.3 volte superiore. oppure clicca qui.

La persistenza dell’HPV16 e 18, in particolare, mette a maggior rischio di sviluppare una lesione pretumorale di alto grado o un carcinoma in donne che abbiano già delle alterazioni citologiche o meno, rispetto alla persistenza di altri ceppi virali ad alto rischio.