Storia naturale del tumore cervicale
Nel 99.7% dei carcinomi della cervice analizzati sono state identificate sequenze di DNA di HPV.
In particolare il tipo di HPV più frequentemente identificato è l’HPV16, in percentuali differenti nelle diverse macro-aree del mondo considerate.
Il secondo ceppo più frequentemente identificato nei tumori di tutto il mondo è l’HPV18, anche se in alcune aree le sua percentuale è inferiore o si avvicina molto a quella del 45, 31 o 33.
Un’infezione persistente da HPV a livello del collo dell’utero potrebbe portare allo sviluppo di lesioni pretumorali che, esattamente come l’infezione, possono regredire, persistere o progredire fino a trasformarsi in carcinoma invasivo.
Tutti gli stadi che precedono il tumore possono essere reversibili e non implicano necessariamente una progressione verso l’invasione oltre la membrana basale.
La frequenza con cui si verifica una lesione pretumorale è molto inferiore a quella in cui si riscontra un’infezione da HPV, mentre il carcinoma è un evento eccezionale in confronto alla frequenza delle lesioni pretumorali e dell’infezione da HPV.
Perchè da un collo dell’utero con una alterazione pretumorale si progredisca fino allo sviluppo di un carcinoma, nella maggioranza dei casi è necessario un periodo di tempo di almeno 10 anni.
Come già visto anche in precedenza, l’infezione è molto comune, colpisce infatti circa il 90% delle giovani donne, ma anche transitoria e destinata a risolversi grazie alle difese immunitarie in un periodo variabile da 6 a 18 mesi. In una piccola percentuale di donne, però, il virus persiste.
La persistenza del virus non implica che sia presente una progressione a lesione pretumorale ma rappresenta un importante fattore di rischio affinché una tale lesione si sviluppi. Più un’infezione persiste, maggiore è il rischio che possa svilupparsi una progressione.
Solo il 30% delle donne con infezione da HPV oncogeno persistente svilupperà una lesione pretumorale.
In questa fase gioca un ruolo fondamentale anche il tipo virale che ha portato l’infezione.
La persistenza dell’infezione potrebbe aprire la strada allo sviluppo di un carcinoma invasivo, nell’arco comunque di tempi molto lunghi.
2. Le lesioni pretumorali e l’infezione
Le lesioni pretumorali possono essere differenziate in basso (L-SIL o CIN1) e alto grado (H-SIL o CIN2/3).
Il CIN 1 rappresenta più una manifestazione dell’infezione virale che una vera e propria precancerosi.
Nel CIN3 le cellule con anomalie genetiche hanno occupato tutto o quasi lo spessore epiteliale.
Il tempo che intercorre tra l’infezione e la comparsa di una lesione precancerosa può essere molto breve, spesso entro i 5 anni. Il reale significato biologico e l’importanza clinica di lesioni pretumorali precoci sono ignote.
Passando da CIN1 a CIN2 e quindi a CIN3 il rischio che la lesione possa progredire a tumore aumenta. Esiste ancora, comunque, la possibilità di regressione della lesione o di persistenza di essa. Perché da una lesione pretumorale si sviluppi un carcinoma ci vogliono anni e questo dà la possibilità, tramite lo screening, di identificare il rischio della paziente di sviluppare un tumore ed eventualmente di eliminarlo con un piccolo intervento chirurgico.